CAVAGNOLO (10 maggio 2024) – Colpo duro quello inferto nella vicenda giudiziaria Eternit-bis a chi si batte da anni per il riconoscimento dei danni prodotti dall’amianto. La Corte di Cassazione, nell’ultima udienza, ha annullato la sentenza di condanna rinviando nuovamente il caso a una differente sezione della Corte d’Appello di Torino.
di Sara Panarella
Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny venne condannato in primo grado nel 2018 a 4 anni di reclusione per omicidio colposo. Era chiamato a rispondere della morte di Giulio Testore, dipendente della Saca di Cavagnolo. In Appello la condanna passò a 1 anno e 8 mesi. Adesso la Corte di Cassazione ha annullato quella sentenza: “e così la prescrizione incombe e le vittime rimangono senza giustizia” dice l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Testore morì nel 2008 a causa dell’asbestosi per esposizione all’amianto, minerale che aveva respirato sul lavoro per 27 anni. La Saca, Società Anonima Cemento Amianto, produceva il famoso Eternit, il cemento-amianto fin dall’immediato dopoguerra.
L’avvocato Bonanno continua: “Non possiamo comprendere, né condividere, la decisione della Corte. Il nostro impegno, comunque, proseguirà in tutte le sedi competenti, per la bonifica, la messa in sicurezza, la tutela medica e risarcitoria di tutte le vittime e dei loro familiari“.
Tag: amianto, cavagnolo Last modified: Maggio 10, 2024