Scritto da 8:13 am Trieste, Cronaca

Sciopero portuale di Trieste: lavoratori in agitazione per rinnovo contratto e condizioni di lavoro

Trieste – Continua lo sciopero dei lavoratori del porto di Trieste, iniziato il 2 luglio e in programma fino al 5. Lo sciopero, proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Trieste, mira a sbloccare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto lo scorso 31 dicembre 2023.

di Daniele Hemmanuel Pitzalis

Le trattative, nonostante un precedente stato di agitazione aperto l’11 marzo e uno sciopero il 5 aprile, non hanno ancora raggiunto un accordo soddisfacente per le categorie interessate. Le principali richieste riguardano:

  • Aumenti salariali: necessari per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione.
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro: con un focus sulla sicurezza.
  • Tutela del contratto nazionale unico: contro ipotesi di riforme legislative e spinte da parte di alcuni armatori che potrebbero frammentare il settore.

Secondo i sindacati, lo sciopero è anche un’occasione per rilanciare il ruolo del porto di Trieste e per garantire che le risorse investite non favoriscano solo pochi, ma siano reinvestite nel territorio per creare lavoro di qualità, equamente retribuito e sicuro.

Altissima adesione allo sciopero: la Uiltrasporti ha registrato punte del 95% a Trieste, Monfalcone e Gioia Tauro. I lavoratori portuali dimostrano grande determinazione nel portare avanti le loro richieste e nel difendere i propri diritti.

Presidio a Trieste: oggi, 4 luglio, si è tenuto un presidio dei lavoratori portuali davanti alla Torre del Lloyd di Trieste, sede dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico orientale. I manifestanti hanno ribadito le loro richieste e la necessità di un rinnovo contrattuale rapido e giusto.

La situazione rimane tesa: lo sciopero sta causando notevoli disagi al traffico marittimo e alle attività portuali. Non è ancora chiaro se e quando le trattative riprenderanno. I lavoratori sono pronti a proseguire la mobilitazione se non saranno raggiunti accordi soddisfacenti.

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Last modified: Luglio 4, 2024
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